Vittorio Sgarbi su Corvetto dopo la morte di Ramy: “La cultura islamica ha occupato il quartiere senza adattarsi all’Occidente”.
Durante la sua partecipazione a Quarta Repubblica su Rete 4, Vittorio Sgarbi ha difeso il quartiere Corvetto di Milano, che recentemente è diventato protagonista di una serie di eventi tragici e polemici. Il critico d’arte ha smentito l’etichetta di “periferia” che è stata attribuita alla zona, anche in seguito alla morte di Ramy Elgaml, il 19enne di origine egiziana che ha perso la vita dopo un inseguimento con i carabinieri.
Sgarbi difende Corvetto
Riferendosi alla recente tragedia che ha coinvolto Ramy e il suo amico, Sgarbi ha voluto chiarire che Corvetto non è un quartiere lontano dal centro, come spesso viene descritto.
“È un bel quartiere e non è periferia, è in prossimità del centro storico, a pochi minuti” ha dichiarato durante il programma condotto da Nicola Porro.
Il critico ha poi approfondito le radici storiche della zona, spiegando che la sua urbanistica risale agli anni ’20, quando l’architetto Giovanni Broglio progettò le prime costruzioni, proseguendo poi negli anni ’50 con l’ampliamento delle case popolari.
Nel suo intervento, Sgarbi ha anche fatto riferimento alla visione dell’urbanistica di Corvetto fornita dallo scrittore Gianni Biondillo, che vive nei pressi di questa zona.
Secondo Sgarbi, Biondillo ha descritto efficacemente la zona come un esempio di come la cultura e l’urbanistica si intrecciano con la vita quotidiana dei suoi abitanti. “Ha una situazione urbanistica concepita negli anni ’20 da un architetto che si chiama Giovanni Broglio”, ha affermato, sottolineando che il quartiere ha una storia architettonica ben radicata.
La questione culturale
Oltre a commentare la situazione urbanistica, Sgarbi ha anche toccato il tema della cultura che caratterizza Corvetto.
Secondo il critico d’arte, il quartiere è abitato da persone che non sembrano consapevoli di vivere in Occidente, e la cultura che si esprime nella zona sarebbe più vicina a quella islamica: “La cultura che abbiamo sentito manifestare è la cultura islamica che si è spostata soltanto spazialmente, ma non ha in alcun modo tenuto conto di essere altrove”.
Questo riferimento evidenzia un contrasto tra la cultura tradizionale del quartiere e quella che, secondo Sgarbi, non si adatta pienamente al contesto milanese e occidentale.
La tragedia di Ramy
Il riferimento alla morte di Ramy Elgaml ha acceso un ampio dibattito pubblico su Corvetto e sulla sicurezza nel quartiere.
Ramy e il suo amico erano stati coinvolti in un inseguimento con i carabinieri dopo aver ignorato un posto di blocco.
Durante la fuga, lo scooter su cui viaggiavano si è schiantato contro un muro, causando la morte del giovane e il coma dell’amico. Il tragico incidente ha scatenato proteste da parte degli amici e familiari di Ramy, che hanno chiesto giustizia.